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Beni Artistici San Teodoro

La chiesa di San Teodoro è uno degli esempi più belli e ben conservati di arte romanica e risale probabilmente alla fine del secolo XI. La notizia più antica relativa alla chiesa di S. Teodoro risale al 1207, anno in cui Ardico, prevosto di Galliano, cita espressamente la chiesa nell’ambito di un carteggio con alcuni personaggi sull’orlo di una scomunica. Dell’attuale monumento romanico, di classica impostazione a tre navate con absidi conclusive, possiamo ritenere originale solo l’abside centrale.

Le due laterali sono state demolite nel XVII secolo per essere poi ricostruite ad inizio Novecento. Analisi e ricerche storiche che anno istituito utili paragoni con esempi coevi, concludono per una datazione più precisa nella seconda metà del XII secolo. Un preciso punto di riferimento per il nostro edificio è San Vittore a Bedero Valtravaglia (VA) di cui è documentata l’epoca di costruzione, a partire dal 1137, anno in cui l’arcivescovo Robaldo istituisce il nuovo edificio religioso: molto simile infatti è la struttura architettonica, con grossi pilastri rettangolari rivestiti di serizzo, così come altri elementi formali di definizione delle aperture. Di periodo più tardo sono invece alcuni elementi come le aperture del muro che sovrasta l’abside centrale, ovvero la croce romanica affiancata dai due oculi di pietra. La nascita della parrocchia talvolta non coincide con l’edificazione della chiesa: nella maggior parte dei casi il processo si attiva quando vi sono disponibilità economiche sufficienti per il sostentamento del rettore della chiesa, oppure quando la comunità stretta attorno alla chiesa è identificabile chiaramente oppure ancora quando nell’edificio si ha facoltà di celebrare battesimi o di custodire reliquie dei santi. Nel caso di San Teodoro siamo a conoscenza del nome del primo parroco chiamato ad officiarvi, il prete Beltrame Castoldi d’Olgelasca. La situazione permane sostanzialmente inalterata fino al XVII secolo: la chiesa a quel tempo si presentava totalmente rivestita dalla decorazione pittorica; il pavimento era in laterizio, in mattonelle in parte quadrate e in parte rettangolari mentre, come da tradizione, la copertura era in legno su cui appoggiavano i coppi. A partire dal 1640, in piena controriforma la chiesa è oggetto di interventi di ristrutturazione delle cappelle laterali all’altare maggiore. A questo scopo si procede alla demolizione delle absidi laterali, evidentemente ritenute insufficienti per le rinnovate esigenze liturgiche; le absidi vengono sostituite da due cappelle a pianta rettangolare, con il muro di fondo quasi allineato all’abside principale. Questa volontà di barocchizzare l’edificio si completa con la chiamata dell’ingegnere Gerolamo Quadrio, allora capo della Fabbrica del Duomo di Milano, per realizzare la volta della navata centrale. Egli era già impegnato in altri importanti lavori a Cantù, in primo luogo il progetto della chiesa di Santa Maria. L’intervento del Quadrio comportò la costruzione delle volte e le nuove sagome a stucco di capitelli e pilastri. Il Quadrio ridisegnò radicalmente anche il campanile, confrontabile con quello della chiesa milanese di S. Stefano. La cappella del Crocifisso fu iniziata sul finire del 1800. Il parroco don Luigi Arnaboldi chiama a Cantù l’architetto Campanini dopo che il cantiere era già stato visitato dall’architetto Gaetano Moretti dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti. Fu in questo periodo che venne deciso lo scrostamento di pilastri e arcate fino all’imposta della volta, con il proposito di mettere in luce la struttura romanica costruttiva. Il Campanini, redatto un progetto per la ricostruzione della situazione prima del 1640, poté completare i lavori solo dopo il 1906, non senza qualche difficoltà per questioni di pertinenza legate allo spazio di rispetto da acquisire. Questo fu l’ultimo progetto che interessò la chiesa di S. Teodoro: nel 1912, non appena furono benedetti gli altari laterali su progetto di Campanini, l’edificio assume l’aspetto dei nostri giorni. In questa chiesa è conservato il corpo di S. Innocenzo della legione tebana.

La piccola chiesa di Sant’Antonio appariva un tempo situata all’esterno della cinta murata, lungo la strada che conduce a Como ed era affiancata da un ospedale, luogo di soccorso per i poveri e i pellegrini, fin dalla prima metà del Duecento. L’edificio religioso è a navata unica orientato ad est, con copertura a capriate a vista e abside poligonale scandita da lesene di chiara impronta gotica. Tale riferimento è visibile anche nel bel portale in cotto e nel rosone di facciata.

Attualmente ben poco è rimasto dell’ospedale gestito da monache agostiniane: è noto che ospitò gli appestati della grande pestilenza del 1631 e trasformato poi in cascina a corte quale si presenta oggi. Della chiesa romanica, risalente alla fine del XII secolo, restano solo le murature perimetrali e la facciata. La cappella presbiterale ha un perimetro poligonale con muri in pietrame e robuste lesene. L’abside è caratterizzata all’esterno da archetti pensili in laterizio. Anche le due finestre dal profilo leggermente arcuato potrebbero essere originali, mentre l’oculo centrale è stato murato. Il portale d’ingresso e il rosone sono molto strombati e incorniciati da cordonature in cotto. La sacrestia è dello stesso periodo del presbiterio. All’interno affreschi trecenteschi riportati al loro aspetto originario con l’ultimo restauro dell’intero interno della chiesa. Sull’altare una statua lignea policroma di forme  tardo gotiche che viene esposta sotto un pronao ligneo in occasione della festività del 17 gennaio al Santo dedicata. Una nicchia, alta sulla parete destra, ospita la statua di pietra di Sant’Antonio di mano dei maestri campionesi.

Bibliografia

  1. Vaghi “La Chiesa di San Teodoro nella storia dell’insediamento urbano di Cantù, storia e progetto per la riqualificazione degli edifici e delle aree del centro storico attinenti alla chiesa di san Teodoro”, Parrocchia di San Teodoro, 1985
  2. Frigerio, “ La Parrocchia di San Teodoro in Cantù e le sue chiese”, Parrocchia di San Teodoro, 1987
  3. Vaghi, “ Il campanile di San Teodoro di Cantù” storia e progetto per il restauro, Parrocchia di San Teodoro, 1991

AA.VV. “L’organo della Basilica di San Teodoro di Cantù”, Parrocchia di San Teodoro, 2012