AFFETTO E GRATITUDINE
Tra caldo afoso e pioggia rinfrescante, gli apostoli Pietro e Paolo hanno accompagnato giovedì una serata carica di emozione, affetto e gratitudine per salutare don Fidelmo e don Paolo. La serata è iniziata con la preghiera dei Vesperi nella basilica di San Paolo, arricchiti dalla lettura delle parole del nostro arcivescovo che ha ringraziato i suoi preti “contenti di essere preti” e dal saluto del nostro decano.
È seguita la cena in oratorio con i preti, le religiose, il consiglio pastorale e le autorità, una cena fraterna e gustosa che però non ha potuto prolungarsi più di tanto.
Alle 21 tutta la comunità si è ritrovata in San Michele per celebrare la solenne Eucaristia. Una ventina di sacerdoti, i chierichetti, i confratelli, i cori riuniti hanno fatto corona
sull’altare a don Fidelmo e a don Paolo. Nell’omelia don Fidelmo ha ripercorso i suoi 9 anni a Cantù e Intimiano.
Il momento più toccante è stato senz’altro il ricordo della Pasqua 2020, durante il lockdown, quando dal sagrato di S. Paolo ha impartito la benedizione alla città deserta.
Al termine della celebrazione il saluto di don Paolo Galli e poi i saluti delle autorità civili e del consiglio pastorale. Apprezzato il saluto del sindaco di Cantù Alice Galbiati che in tre parole ha tratteggiato la personalità di don Fidelmo: ascolto, comprensione e mitezza. Carico di gratitudine e amicizia personale il saluto del sindaco di Capiago-Intimiano Emanuele Cappelletti nei confronti di don Paolo.
Infine i regali, alcuni più “tipici” (il camice in pizzo e le icone) e poi un tablet per don Fidelmo che così ha completato la sua “conversione” alla tecnologia. Una serata davvero intensa ma durante la quale si è respirato il clima di affetto e gratitudine di una comunità per i suoi preti.
Viviamo tempi complicati ma è ancora evidente quanto il popolo di Dio voglia bene ai suoi pastori. Certo alcune domande abitano ancora i nostri cuori: perché soli quattro anni seppur intensi per don Paolo? E don Fidelmo, alla sua età, non avrebbe potuto insistere per rimanere a Cantù? Penso però che la risposta che in questi ultimi tempi don Fidelmo, come un buon padre, mi ha sempre ribadito sia quella giusta: “Io mi fido della Provvidenza”. Accogliamo tutti, preti e laici, questo richiamo alla disponibilità e all’umiltà di un servizio appassionato alla Chiesa che è più grande di ogni esigenza personale. GRAZIE DON FIDELMO E GRAZIE DON PAOLO per la vostra testimonianza in mezzo a noi e buon cammino nelle vostre nuove destinazioni!
don Paolino