Pagina Iniz. 2021 Aprile MIO SIGNORE E MIO DIO

MIO SIGNORE E MIO DIO

MIO SIGNORE E MIO DIO

È il vangelo di Giovanni che ci racconta il famoso episodio dell’incredulità dell’apostolo Tommaso, chiamato Didimo (20, 24), parola greca che significa “gemello” e che traduce il termine aramaico teoma. Tommaso, quindi non è tanto un nome proprio ma un appellativo. Con le sue difficoltà e oscurità del credere, egli rappresenta tutti coloro che progrediscono lentamente, e tra crisi, verso la fede autentica. Anzi, probabilmente il quarto evangelista ha voluto concentrare in Tommaso il dubbio diffuso tra i discepoli circa la resurrezione e attestato anche in tutti e tre gli altri vangeli (Matteo 28, 7; Marco 16,1; Luca 24, 36-43) . Pur riservando una beatitudine particolare per coloro che credono con una purezza senza incrinature e senza sostegni esterni («Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» Gv 20,29), Gesù accetta tuttavia di concedere al discepolo dubbioso una prova ulteriore. Credere è difficile e la fede è una conquista faticosa e spesso lacerante: in questo Tommaso è davvero gemello di tutti. La Chiesa lo sa e, se proclama costantemente l’annuncio pasquale con le stesse parole rivolte con entusiasmo dagli altri discepoli all’assente – “Abbiamo visto il Signore!” (Gv. 20, 25) – , sa anche di dover attendere con pazienza e fiducia che il mistero della libertà umana possa giungere, anche se lentamente, ad esprimere il suo atto di fede. E quello cui perviene Tommaso – “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20,28) – è il più alto di tutto il vangelo, poiché riconosce, nel Cristo crocifisso e morto ma ora risorto e vivo, il “Signore e Dio” della sua vita.

Facciamo dunque nostre le parole di questa bella preghiera di padre Turoldo:
Pure per noi sia veramente Pasqua, Signore. Vieni ed entra nei nostri chiusi cenacoli perché abbiamo tutti e di tutto paura: paura di credere, paura di non credere, paura di essere liberi; e poiché la tentazione di cintarci in antichi steccati è sempre grande, vieni ed abbatti le porte dei cuori, le diffidenze e i molti sospetti, soprattutto fra quanti dicono di crederti.”

LogoComPatorale