Pagina Iniz. 2024 Settembre LA PRATICA DEL PELLEGRINAGGIO

LA PRATICA DEL PELLEGRINAGGIO

Per incominciare a vivere tutte queste dimensioni della vita cristiana e per introdurci all’anno del Giubileo 2025, per preparaci con la preghiera e per conoscere il tema del Giubileo proponiamo un pellegrinaggio Decanale sabato 5 ottobre che, per le parrocchie del Decanato Nord Cantù-Mariano, partirà dal Santuario della Madonna dei Miracoli e raggiungerà Galliano. Ti invitiamo a leggere con attenzione le locandine, i volantini e le indicazioni. Iscriviti e ritira il sussidio presso le segreterie delle parrocchie.

PELLEGRINAGGIO A PIEDI ALLA BASILICA DI GALLIANO – SABATO 5 OTTOBRE
–  ore 7.15 ritrovo presso il Santuario della Madonna, preghiera e avvio del cammino
– ore 8.00 celebrazione battesimale in Battistero e Professione di fede in Basilica
Iscrizioni entro martedì 1° ottobre presso le segreterie parrocchiali: al momento dell’iscrizione verrà consegnato il sussidio per la celebrazione.


2024.10.05 - Pellegrinaggio a Piedi Decanato Giubileo


CAMMINA, CAMMINA… del perché camminare è essenziale

Se nell’Editoriale scorso abbiamo riflettuto sull’importanza di partire col “piede giusto” per il cammino di fede e pastorale chi ci sta davanti, ora diventa essenziale comprendere perché bisogna camminare, e come mai per il cristiano il suo camminare è sempre un pellegrinaggio. Anzi il discepolo che cammina dietro a Gesù, nel suo pellegrinare con lui, diventa progressivamente un “discepolo credente”!

La riflessione sul camminare cristiano, benché possa sembrare banale, tuttavia, si impone.

Nonostante questi tempi di mobilità veloce e con mezzi sempre più  confortevoli, si è fatta e si continua a fare esperienza del camminare. Il Giubileo, poi, ci fa essere pellegrini a piedi per attraversare la porta santa o raggiungere luoghi spirituali significativi. In diverse occasioni ciascuno di noi può raccontare di aver percorso diverse strade e itinerari. Chi poi utilizza le vacanze, anche solo per pochi giorni, avrà sicuramente occasione di spostarsi camminando o almeno passeggiando. Ci sono poi addirittura nelle nostre città i “gruppi di cammino” che, è proprio il caso di dirlo, stanno prendendo sempre più “piede”. I medici ci assicurano che una passeggiata giornaliera costituisce un esercizio benefico per la salute del corpo, ma possiamo certamente aggiungere che lo è anche per la serenità della mente e dello spirito. Persino le nostre comunità parrocchiali e civili ogni tanto organizzano camminate o marce dai titoli più fantasiosi e per ogni categoria di persone.

Camminando, dopo le iniziali resistenze di muscoli e arti intorpiditi, si comincia a riprendere tono, aumenta la capacità respiratoria e anche il passo diventa più sicuro. Così questo movimento naturale del corpo immette dinamica nei nostri sensi e nel nostro cervello.

In questo esercizio è bene, inoltre, rinunciare a stordire il silenzio coprendolo a tutti i costi con musiche e voci immesse direttamente nei padiglioni auricolari: allora si farà l’esperienza che, come scrive l’apostolo Paolo, “niente è senza voce” (1Cor 14,10) e che, anzi, ogni cosa ha un messaggio da offrirmi.

Camminando poi si incontrano tante “realtà” che per il cristiano sono “creature” e tante persone che sono “figli di Dio”, ciascuno con un significato: vita che va contemplata, storie di cui siamo responsabili.

Camminare è essenziale per noi umani, ma sovente lo scopriamo tardi, come tardi ci accorgiamo che la vita è un cammino da percorrere giorno dopo giorno, verso una mèta che non sempre cerchiamo o abbiamo chiara davanti a noi.
Ma è proprio rinunciando a stare fermi e decidere di continuare a camminare che si apre il cammino davanti a noi e allora il nostro camminare diventa un pellegrinare. Esso ha una portata ben più che rituale o formale, ma esistenziale e umanizzante, perché ci ricorda che tutta la nostra vita è un cammino e che ogni risultato, per essere autentico, va raggiunto con costanza e sacrificio. La metafora del cammino che per il cristiano è un pellegrinaggio, proprio per questo, chiarisce bene il senso del camminare che non è mai “per niente” o “a caso” ma ha sempre uno scopo, una direzione, una meta da raggiungere, un incontro da vivere. L’andare cristiano ha un punto di riferimento, seguendo il quale diventa “discepolo credente”. Ogni persona, in ogni stadio della sua vita, deve compiere un percorso di crescita, superando ostacoli e difficoltà materiali e spirituali.

Per questo l’esercizio del camminare e l’immagine del pellegrinaggio hanno un valore universale, ci spronano a guardare avanti, affrontando con determinazione le salite e la fatica, e ci allenano alla relazionalità. Il camminare insieme, infatti, ci ricorda che nessuno basta a sé stesso, e non si procede da soli verso la terra promessa da Dio, né da soli si segue la stella o si annuncia il Vangelo, ma si deve camminare insieme, sostenendosi a vicenda. Chi si mette in cammino è più attento alle persone, a ciò che lo circonda, si dimostra libero e desideroso di crescere, aumenta la sua fede-fiducia, diventa più capace di amare, di interessarsi e spendersi per il bene di tutti.

A volte basta solo prendere la decisione di partire, come Abramo che si sente dire da Dio: “Lech, Lechà!”, Alzati, Va’: va’ verso te stesso, va’ verso la terra promessa, va’ verso Dio e verso gli altri; va’ con poche certezze nel tuo zaino perché sai che ti verrà riempito abbondantemente; va’ al di là dell’orizzonte, cammina, cammina, non troverai mai un limite sulla terra, perché la terra è rotonda e tu sei più grande dei tuoi limiti.

Non a caso il titolo del Giubileo del 2025 ha proprio una particolare risonanza che apre a una molteplicità di significati: “pellegrini di speranza”.  don Maurizio

Giubileo2025