Tempo del Creato 2024 – SPERA E AGISCI CON IL CREATO
Martedì 08 Ottobre 2024 – ore 20.45 – Conferenza sui Cambiamenti Climatici e Società – Sala Convegni GIOVANNI ZAMPESE Corso Unità dʼItalia 11 – Cantù
Martedì 17 Settembre 2024 – ore 20.45 – Cineforum – Oratorio S. Paolo c/o Sala Mons. Bratti Via Fammenghini, 14
Domenica 1° settembre – “Via creationis”: la via della creazione.
Il ritrovo alle ore 16.45 a Cabiate in piazza Umberto 1°, per raggiungere la “Zoca dei Pirutit”. La Giornata del Creato dà inizio al Tempo del Creato, che si concluderà il 4 ottobre, nella festa liturgica di San Francesco d’Assisi.
Si celebra il 1° settembre la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che dà inizio al Tempo del Creato che si conclude con la festa liturgica di S. Francesco d’Assisi il 4 ottobre.
“Spera e agisci con il creato” è il titolo del messaggio di papa Francesco, perché la speranza cristiana non delude. La responsabilità per un’ecologia umana e integrale è la via di salvezza della nostra casa comune e di noi che la abitiamo. Anche il creato, dunque, è soggetto alla morte,
aggravata dagli abusi umani sulla natura. Ma la salvezza in Cristo è sicura speranza anche per esso.
La conversione consiste nel passare dall’arroganza di dominare sugli altri e sulla natura – ridotta a oggetto da manipolare -, all’umiltà di chi si prende cura degli altri e del creato. Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e contribuire a ripensare il potere
umano e i suoi limiti, passando da predatore a coltivatore del giardino.
Salvezza in Cristo: chi incontra Gesù Cristo riceve una responsabilità che investe il Creato nel suo progetto integrale: natura e umanità. Oggi non si può più distinguere. Alcune scelte economiche,
che condizionano la stessa politica, fatte nella prospettiva di un maggiore profitto, arrecano danno non solo alle Creature ma anche al Creato. L’attenzione porta alla denuncia ma anche alla modifica dei propri comportamenti personali, che devono essere misurati non solo sul proprio tornaconto personale ma anche sul “prezzo” che si paga nell’inquinare i beni comuni come l’acqua, l’aria, la terra. “Prezzo” pagato da coloro che consideriamo fratelli e sorelle, ma anche dal Creato. La speranza cristiana si fonda sulla interiore coscienza di ogni abitante della “casa comune”: siamo noi che muovendoci secondo l’interesse comune delle Creature e del Creato siamo chiamati a fare scelte alternative alla logica comune. “Cristiana” è una speranza che mette in conto un’identità di fede in Gesù Cristo e di corrispondenza di coloro che sono suoi discepoli.
“La terra è affidata all’uomo, ma resta di Dio” (cfr Lv 25,23). Questo è l’antropocentrismo teologale della tradizione ebraico-cristiana. Pertanto, pretendere di possedere e dominare la natura, manipolandola a proprio piacimento, è una forma di idolatria. È l’uomo prometeico, ubriaco del
proprio potere tecnocratico che con arroganza mette la terra in una condizione “dis-graziata”, cioè priva della grazia di Dio. Ora, se la grazia di Dio è Gesù, morto e risorto, è vero quanto ha affermato Benedetto XVI: «Non è la scienza che redime l’uomo. L’uomo viene redento mediante l’amore» (Lett. enc. Spe salvi, 26), l’amore di Dio in Cristo, da cui niente e nessuno potrà mai separarci (cfr Rm 8,38-39). Continuamente attratta dal suo futuro, la creazione non è statica o chiusa in sé stessa. Oggi, anche grazie alle scoperte della fisica contemporanea, il legame tra materia e spirito si presenta in maniera sempre più affascinante alla nostra conoscenza.
Dal Messaggio del Papa:
La salvaguardia del creato è dunque una questione, oltre che etica, eminentemente
teologica: riguarda, infatti, l’intreccio tra il mistero dell’uomo e quello di Dio. Questo
intreccio si può dire “generativo”, in quanto risale all’atto d’amore con cui Dio crea l’essere
umano in Cristo. Questo atto creatore di Dio dona e fonda l’agire libero dell’uomo e tutta la
sua eticità: libero proprio nel suo essere creato nell’immagine di Dio che è Gesù Cristo, e
per questo “rappresentante” della creazione in Cristo stesso. C’è una motivazione
trascendente (teologico-etica) che impegna il cristiano a promuovere la giustizia e la pace
nel mondo, anche attraverso la destinazione universale dei beni: si tratta della rivelazione
dei figli di Dio che il creato attende, gemendo come nelle doglie di un parto. In gioco non
c’è solo la vita terrena dell’uomo in questa storia, c’è soprattutto il suo destino nell’eternità,
l’eschaton della nostra beatitudine, il Paradiso della nostra pace, in Cristo Signore del
cosmo, il Crocifisso-Risorto per amore.