GIUBILEO DELLA SPERANZA: MA PERCHE’ SPERARE?
Sperare è più che mai necessario e ne abbiamo bisogno!
Non è fuori luogo però notare che, per paradossale che possa sembrare, oggi la Speranza è sempre meno di moda e l’uomo moderno ne fa tranquillamente a meno. Di fatto la scienza e la tecnica, oggi sempre più dominanti, rispondono quasi a tutto e a tutti immediatamente. La mentalità scientifica ha ormai diminuito l’esigenza della Speranza. La tecnologia produce strumenti che ci abituano a rimanere legati al presente, a trovare risposte immediate: basti pensare all’intelligenza artificiale o alle funzioni di internet. Tutto ciò fa svanire in noi l’attesa, rende inefficace ogni desiderio, non abbiamo più bisogno di aspettare, non speriamo più nulla perché possiamo avere tutto subito… o quasi. Un sintomo di questo benessere o malessere – dipende da come si valuta la cosa – è proprio l’incapacità delle generazioni giovanili, ma anche della stessa generazione adulta, all’esercizio della paziente attesa, alla fatica perseverante dello studio, al tirocinio che esercita all’apprendimento per “sperare” di ottenere dei risultati.
Nonostante tutto questo, continuiamo ad avere un “disperato bisogno di speranza”, soprattutto per quei valori e quegli orizzonti spirituali che né la scienza, né la tecnica, né altra abilità umana possono offrirci. Non c’è tecnologia che sia in grado di offrirci il perdono, la pace, la salvezza, la vita eterna, non c’è nessuno strumento all’avanguardia che possa offrirci quell’amore senza del quale l’uomo non potrebbe vivere, rimarrebbe per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita rimarrebbe priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente.
Tenere viva questa alta speranza non è solo una missione che i cristiani hanno ricevuto dal Signore. Oggi diventa soprattutto una responsabilità perché, nella decadenza che sperimentiamo nei vari ambiti dell’esistenza sia personale che sociale, è urgente e necessario che si levi la voce di quanti portano una parola e un segno di speranza. I cristiani lo sanno e lo devono testimoniare con convinzione: solo Cristo Redentore rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso e lo apre alla speranza di realtà essenziali per la vita. L’uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo.
È necessario, quindi, che si apra il nostro sguardo verso un orizzonte di senso differente che non sia limitato all’ “adesso” e al “subito”, che non si riduca a identificare le speranze quotidiane e ordinarie della vita (che faccia bel tempo, che vinca la lotteria…), ma si distingua subito quella Speranza che è superiore a tutte, la Speranza cristiana.
Ma che cos’è la Speranza e in particolare qual è lo specifico della Speranza cristiana? Se ce lo domandiamo, subito appare che il suo significato più profondo ci sfugge ed è difficile ogni sua possibile identificazione. Probabilmente non è necessario giungere a una risposta o definizione precisa e circostanziata. La Speranza, come l’amore, non si lascia “definire”, e, forse è bene così. Essa rimane come un’esperienza sempre aperta, che si raggiunge per gradi fino al termine quando lascerà il posto all’amore che tutto accoglie in sé. San Paolo lo dice chiaramente: «L’amore tutto copre, tutto spera, tutto sopporta…» (1Cor 13,7).
Nell’attesa di questo “compimento” come di ogni altro immediato, ciò che permane nella sua importanza esistenziale è che della Speranza abbiamo bisogno adesso, in questa esistenza, perché fin da ora siamo partecipi dei beni che nel futuro possederemo e contempleremo. Della Speranza abbiamo bisogno adesso. È legata al futuro, ma abbiamo bisogno di sperimentarla nel presente. Essa viene in aiuto per sostenere il nostro presente, offrendogli il significato di cui ha bisogno. Se la Speranza fosse solo destinata a guidare il futuro si trasformerebbe presto in illusione, perché non sempre ciò che si spera può diventare realtà. La Speranza, quindi, si fa forte del presente ma per accompagnare le scelte che ognuno è chiamato a compiere con responsabilità. Non si spera, pertanto, solo davanti al pericolo o al timore per il futuro. Si spera per dare senso al presente e sostenere i nostri impegni e le nostre scelte. Il presente, anche se faticoso, può essere vissuto ed accettato se affrontato e orientato verso una meta e se di questa meta noi siamo sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del nostro cammino e del nostro impegno perseverante. Per noi cristiani questo è fondamentale perché sappiamo che abbiamo un futuro, che la nostra vita non finisce nel vuoto ma si muove verso una progressiva pienezza.
La Speranza, giorno dopo giorno, diventa compagna fedele di vita che mostra il cammino da percorrere. Nonostante questo, pur avendone un urgente bisogno, la Speranza permane la grande sconosciuta. Il suo nome ritorna spesso sulle labbra di ognuno, ma oltre a chiamarla per nome, di lei non sappiamo più di tanto e diventa difficile dirne il contenuto. Ma di questo ne parleremo nel prossimo Editoriale. don Maurizio