CHE COSA STA SUCCEDENDO NELLA CHIESA?
DALLA DOMANDA “COME ESSERE CHIESA SINODALE IN MISSIONE?” ALLE PROPOSTE. L’ULTIMA FASE DEL SINODO DEI VESCOVI
Abbiamo appena iniziato il mese di ottobre tradizionalmente dedicato alle Missioni. Il tema di quest’anno, soprattutto per la Giornata Missionaria Mondiale, è: “Andate e invitate al banchetto tutti” (Mt 22,9). Questo chiamare tutti perché tutti siano partecipi della salvezza, invita ancora una volta la Chiesa e le nostre comunità pastorali a farsi carico dell’impegno all’evangelizzazione. Si tratta di una responsabilità particolarmente attuale per noi impegnati a diventare discepoli credenti in questo tempo della Chiesa che, tra l’altro, vive in questi giorni la fase finale del percorso sinodale che, secondo il suo motto “Comunione, Partecipazione, Missione”, vuole rilanciare la Chiesa verso il suo l’impegno prioritario, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.
Di fatto, dal 2 al 27 di ottobre si terrà la seconda e ormai conclusiva fase del Sinodo dei vescovi sul tema della sinodalità in vista della missione della Chiesa. «Come essere Chiesa sinodale in missione?» è il tema dell’Instrumentum laboris che farà da sfondo a questo periodo di lavoro. Spetta all’assemblea indicare i passi da compiere per crescere come Chiesa sinodale relativamente alle tematiche proposte in questa XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Siamo giunti a un momento importante dopo un luogo percorso iniziato alcuni anni fa. Nel 2021 la Chiesa di Dio è stata “convocata in Sinodo”. Da allora, le Chiese locali hanno accolto l’invito a interrogarsi sui passi che Dio chiede alla Sua Chiesa di compiere. Si tratta, oggi come ieri, di annunciare la Buona Notizia di Gesù Cristo, Colui che salva il mondo, lo risana e lo conduce al pieno compimento coinvolgendo tutti i battezzati. Camminare insieme – ossia “sinodalmente” – sulla strada indicata da Gesù, è la condizione perché tutti nella Chiesa, vivendo la comunione, partecipino a questa comune missione.
Ora che cosa ci possiamo aspettare per la conclusione del Sinodo? La celebrazione di questa Seconda Sessione non significherà la conclusione del processo sinodale. La Costituzione Apostolica Episcopalis Communio (EP), che regge l’intero processo sinodale, ricorda che il sinodo è costituito sostanzialmente di tre fasi: la consultazione dei fedeli, il discernimento dei pastori e la fase di attuazione. Queste tre fasi non sono solo da intendere in senso cronologico. Infatti, con la celebrazione della XVI Assemblea, saremmo nella fase del discernimento dei pastori, a cui seguirebbe il tempo di ricezione dei lavori dell’Assemblea da parte delle comunità locali. Tuttavia, il discernimento dei pastori ha accompagnato pressoché l’intero processo sinodale (ossia già nella fase della consultazione che di fatto ha già visto realizzarsi il discernimento dei pastori a livello locale, nazionale e continentale) con una maggiore corresponsabilità di tutti i fedeli battezzati.
Pertanto, la conclusione della Seconda Sessione non costituirà il termine del processo sinodale, ma solo un momento importante del discernimento dei pastori. D’altra parte, nei precedenti sinodi, un documento finale veniva approvato e consegnato al Santo Padre. Questo documento conteneva alcune indicazioni che l’Assemblea desiderava consegnare al Papa. Quest’ultimo, generalmente dopo alcuni mesi, consegnava all’intera Chiesa un documento chiamato Esortazione post-sinodale contente alcune disposizioni relative al tema affrontato.
Si può prevedere che anche questa assemblea realizzi un documento finale da consegnare al Santo Padre per una eventuale esortazione. Precisiamo però che lo scopo dell’Assemblea sinodale è quello di offrire delle indicazioni al Papa. Il Sinodo è realtà consultativa e non deliberativa. Sin dall’inizio, poi, Papa Francesco ha insistito sul fatto che questo Sinodo non è su quel o quell’altro tema, benché nella fase dell’ascolto ne siano stati indicati moltissimi come quello del ruolo delle donne nella Chiesa, ma sulla sinodalità, su come essere Chiesa missionaria in cammino. L’Assemblea di ottobre e tutte le questioni teologiche e le proposte pastorali di modifiche hanno questo fine. L’Assemblea dovrà dunque essere un tempo in cui ogni partecipante, collocandosi all’interno di un cammino iniziato nel 2021 e portando la “voce” del popolo di Dio da cui proviene, invocherà l’aiuto dello Spirito Santo e quello dei fratelli e delle sorelle per discernere la volontà di Dio per la Sua Chiesa, e non l’occasione per imporre la propria visione di Chiesa. Allo stesso tempo, Papa Francesco ha accolto la convergenza che i membri dell’Assemblea hanno espresso durante la Prima Sessione attorno a una serie di questioni rilevanti concernenti la vita e la missione della Chiesa sulle quali l’Assemblea aveva raggiunto un consenso consistente, costituendo 10 gruppi di lavoro. Questi gruppi stanno coinvolgendo Esperti e Vescovi delle diverse parti del mondo, individuati in ragione delle loro competenze e rispettando la varietà di provenienze geografiche, ambiti disciplinari, genere e condizione ecclesiale necessaria per un approccio autenticamente sinodale. Stanno raccogliendo e valorizzando i contributi già esistenti sulle tematiche loro assegnate. I Gruppi dovranno terminare i loro lavori possibilmente entro la fine del mese di giugno 2025.
Possiamo aspettarci un approfondimento della comprensione condivisa della sinodalità, una migliore messa a fuoco delle pratiche di una Chiesa sinodale e anche la proposta di qualche cambiamento nel diritto canonico (altri, più significativi, ce ne potranno essere dopo aver meglio assimilato e vivificato la proposta di fondo), ma certo non la risposta ad ogni domanda. Anche perché altre ne emergeranno lungo il cammino di conversione e di riforma che la Seconda Sessione inviterà la Chiesa tutta a compiere.
Non stiamo vivendo un evento, ma un processo. Ci auspichiamo che la Chiesa sia in grado di passare dall’ascolto all’esercizio e infine all’attuazione delle istanze di rinnovamento che continuamente vengono richieste. don Maurizio.