Pagina Iniz. 2024 Settembre ASSEMBLEA DELLA COMUNITÀ PASTORALE

ASSEMBLEA DELLA COMUNITÀ PASTORALE

PER CONOSCERE MEGLIO E PER ESSER PARTECIPI DEL CAMMINO
TUTTA LA COMUNITÀ È INVITATA ALL’ASSEMBLEA DELLA COMUNITÀ PASTORALE
LUNEDÌ 23 SETTEMBRE ALLE ORE 21.00 PRESSO LA SALA BRATTI DELL’ORATORIO DI S. PAOLO
Verranno presentati:
il Progetto Nicodemo, itinerario spirituale e pastorale per la comunità nei prossimi anni, il giubileo,
le linee di pastorale giovanile e le principali proposte degli altri settori della comunità


PARTIRE COL “PIEDE GIUSTO”

Riprendere, ricominciare, riorganizzare… Come ogni anno, il mese di settembre costituisce l’avvio dell’anno pastorale. Già nell’Editoriale del 25 agosto scorso, avevo indicato le novità significative e coinvolgenti che ci attendono: l’elenco è lungo, interessante e articolato. Non si tratta, però, di una ripresa, perché la vita pastorale non ha mai conosciuto sosta. Si tratta di continuare il cammino, ma con maggiore slancio, con la postura giusta, con lo stile adeguato e con una visione lungimirante che guarda avanti e illumina la strada. Continuiamo con il desiderio e l’intento di diventare “discepoli credenti”: quell’immagine che sta alla base ed è lo scopo del “progetto Nicodemo”, che rimane sullo sfondo e che di anno in anno impareremo a conoscere e a vivere.

Occorre però partire col piede giusto. Già fin d’ora, abbiamo dentro un desiderio di bene, un orientamento a fare del bene. Tuttavia, costatiamo tante fatiche e fallimenti, tante disillusioni e smentite alla speranza. Eppure, lo sguardo credente legge la storia umana come storia della salvezza. Questa storia del male scoraggiante e del bene precario e fragile è la stessa storia di Gesù Cristo, ma dentro il destino di impotenza e di sconfitta c’è una rivelazione dell’opera di Dio che salva. L’affermazione forte e delicata al tempo stesso di Gesù alle lamentele di Paolo: “Ti basta la mia Grazia” (1Cor12,7-10) è la più chiara risposta ai nostri dubbi, tentennamenti, pigrizie e, al tempo stesso, invito a rimetterci sempre in cammino con fiducia e speranza.

“Ti basta la mia grazia”: abbiamo bisogno di Gesù e del dono del suo Spirito. Dio opera in Gesù la sua salvezza e la rende accessibile e disponibile per tutti. L’opera di Dio si compie in Gesù e noi professiamo che proprio in lui incontriamo la verità di Dio e la rivelazione del suo amore. Noi desideriamo fissare lo sguardo su Gesù – egli è l’essenziale! – per imparare tutto quello che c’è da sapere e tutto quello che si può dire di Dio e come operare nel mondo da cristiani. Perciò cerchiamo di correggere l’inclinazione diffusa a immaginare un Dio senza dipendere dalla rivelazione di Gesù. Il linguaggio diffuso e anche la pratica ordinaria orientano a fare a meno di Gesù. Un sintomo preoccupante è l’abbandono della celebrazione del segno che Gesù ha indicato come memoriale della sua opera di salvezza: l’eucaristia.

Il primo passo da compiere, allora, è andare ancora una volta da Gesù, anche solo per chiarirci le idee, come Nicodemo che di notte va da quell’intrigante rabbi che si dice Figlio di Dio e salvatore di tutto e di tutti. Abbiamo bisogno continuamente di “ricentrarci” su di lui e non perdere mai la relazione personale con lui. «Forse ci aspettano prove, ma non proveremo altra angoscia, se non quando sentiamo di avere perso Gesù», così come accadde a Maria – modello per tutta la Chiesa – «per la quale il vero momento di angoscia e di tristezza fu quello in cui aveva smarrito Gesù. Smarrire Gesù è l’unica vera angoscia! Maria, questa angoscia, non l’ha sperimentata nemmeno sotto la croce perché era lì ai piedi di suo figlio Salvatore; l’angoscia l’ha sperimentata quando lei e Giuseppe hanno “smarrito” (“perso”) Gesù a Gerusalemme. Così anche per noi discepoli e fedeli di oggi l’unica e vera angoscia è quella di smarrire Gesù. Forse la Chiesa rischia di affliggersi per molte cose, ma dà troppo per scontato di possedere Gesù, tanto che non lo cerca».

Noi vogliamo partire col “piede giusto”, lasciarci guidare dall’atteggiamento spirituale della docilità allo spirito. Vogliamo purificare la nostra vita dal male, far risplendere la speranza cristiana che non delude come ci propone l’anno giubilare che ci accingiamo a vivere.

L’amore che salva e il male insopportabile ci invitano a rinnovare la fiducia nella grazia di Dio che basta per perseverare nella vita cristiana. L’anno che inizia, e non solo perché anno giubilare, è un “kairos” cioè un tempo di grazia, un tempo favorevole, un tempo opportuno, un tempo in cui sono date tutte le occasioni favorevoli per crescere nella fede, nella speranza, nella carità… “Ti basta la mia grazia”: questo è il passo giusto con cui partire per un lungo cammino. don Maurizio.

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