RIPARTIRE È SEMPRE CONTINUARE IL CAMMINO, MA CON MAGGIOR SLANCIO
Ogni ripresa è sempre accompagnata da tante attese e speranze. In realtà, per la vita della nostra comunità pastorale e in genere della Chiesa, non si tratta di una ripresa, perché la vita pastorale non ha mai conosciuto sosta nemmeno nel periodo estivo. Tante, e particolarmente significative, sono state le proposte e le esperienze dei nostri oratori e delle nostre parrocchie.
Si tratta dunque di continuare il cammino ma con maggiore slancio. A riguardo non mancano le novità che alimenteranno l’entusiasmo e le speranze. Proprio quest’ultima parola sarà al centro e nel cuore del prossimo anno pastorale. Ci accingiamo infatti a vivere l’anno santo del Giubileo del 2025 che ha proprio come tema questa virtù teologale: “Pellegrini di speranza”. Diverse saranno le iniziative e gli appuntamenti a cominciare già dai prossimi mesi che ci vedranno coinvolti nel prepararci all’anno giubilare con momenti di pellegrinaggi, preghiera, formazione. Momenti “forti” li vivremo poi lungo il corso dell’anno 2025 sia comunitariamente che come categorie di persone. Di fatto l’anno Giubilare presenza tutta una serie di aspetti e di tematiche che ci aiuteranno a mettere meglio a fuoco la nostra fede cristiana.
La pubblicazione del Nuovo Messale Ambrosiano (seconda edizione, che entra in vigore con la prima domenica di Avvento) sarà occasione per riprendere il tema del celebrare, per rendere le celebrazioni attrattive ed edificanti per tutto il popolo di Dio. A riguardo, non mancherà la possibilità di riconsiderare tutta la vita liturgica della chiesa alla luce del 60° dalla costituzione conciliare sulla liturgia: “Sacrosantum Concilio”. Anche questo aspetto ci tocca da vicino: infatti, al termine di una lunga consultazione ed elaborazione, con sabato 14 e domenica 15 settembre nella nostra comunità pastorale san Vincenzo entrerà in vigore il Nuovo orario delle sante Messe per tutte le parrocchie e le chiese.
Il Giubileo con il suo aspetto indulgenziario sarà l’occasione per dedicare una speciale attenzione al sacramento della Riconciliazione, «esposto al rischio di un’enfasi sproporzionata sul “dire i peccati”, piuttosto che sul celebrare la grazia del perdono. È esposto anche al rischio di essere una pratica troppo individualistica». Pertanto, è saggio proporre, motivare e curare la celebrazione comunitaria della Riconciliazione con una catechesi che aiuti a ricomprendere al meglio questo sacramento anche nelle sue elaborate e complesse evoluzioni storiche. Non escludiamo la possibilità di istituire una “chiesa penitenziale” per tutta la nostra comunità pastorale.
Altri due appuntamenti del nuovo anno: la canonizzazione del giovane Carlo Acutis e i 1.700 anni dal Concilio di Nicea (325) e la definizione del credo che recitiamo a Messa. «Nei primi secoli della storia della Chiesa i cristiani hanno molto pregato, pensato, sofferto per difendere l’essenziale verità a proposito di Gesù, vero Figlio di Dio che ci rende figli di Dio».
Per la nostra comunità poi abbiamo due anniversari significativi: la presenza da 100 anni delle suore Sacramentine presso l’istituto cardinal Ferrrari (in realtà sono presenti da più anni) e – oltre alla conclusione dei 125 anni di presenza dei padri Concezionisti – anche la celebrazione dei 200 anni dalla nascita del loro padre fondatore, il beato Luigi Monti.
Altre novità ci attendono per alimentare la nostra vita spirituale e il nostro cammino pastorale unitario a cominciare dalla proposta del “Progetto Nicodemo” che si svilupperà sull’arco dei prossimi 8 – 10 anni. Lo faremo conoscere gradualmente a tutti, trovando le modalità più opportune e sarà oggetto di riflessione e integrazione già nel prossimo Consiglio Pastorale convocato per il 7 settembre.
L’altra novità, anche se l’esperienza è già in atto da tre anni, sarà la conclusione dei lavori del Sinodo dei vescovi sul tema della Sinodalità. È il nostro arcivescovo a ricordarcelo nella sua lettera pastorale 2024-2025: «Testimoniamo l’originalità cristiana nel prendere decisioni cristiane inseriti nei cammini sinodali della Chiesa italiana e nella XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi che giungerà a conclusione con il prossimo ottobre». Questo cammino ci stimolerà ulteriormente a custodire ed esercitare la responsabilità per la missione e si dovrà fare questo con il metodo sinodale. Coloro che partecipano alla celebrazione domenicale dell’Eucaristia devono quindi essere tutti responsabili dell’annuncio del Vangelo, personalmente e insieme. La pratica sinodale, il metodo cristiano per prendere decisioni cristiane, è la modalità attraverso la quale dare concreta attuazione alla corresponsabilità per la missione.
Il prossimo anno sembra dunque un anno particolarmente impegnativo, ma è ancora l’arcivescovo a suggerirci di viverlo nella giusta prospettiva. Nel capitolo intitolato «Lasciate riposare la terra», scrive: «La tradizione operosa che caratterizza le nostre comunità e l’inclinazione spontanea degli operatori pastorali sono esposte alla tentazione di diventare un protagonismo frenetico. Ritengo pertanto doveroso richiamare a riconoscere il primato della grazia e quindi l’irrinunciabile dimorare nella dimensione contemplativa della vita, nell’ascolto della Parola e nella centralità della Pasqua di Gesù che si celebra nell’Eucaristia». Dunque, aggiunge, «nell’anno giubilare è opportuno che ci sia un tempo non tanto per ulteriori riunioni e discussioni, ma per sospendere, per quanto è possibile, le attività ordinarie e vivere un “tempo sabbatico”, dedicato non a fare qualche cosa, ma a raccogliersi in una preghiera più distesa, in conversazioni più gratuite, in serate familiari più tranquille». In conclusione: riprendiamo e continuiamo il nostro cammino di “discepoli credenti”, quell’immagine che sta alla base ed è lo scopo del “progetto Nicodemo”. La domanda che sottostà alla nostra riflessione e al nostro itinerario (…), la esprimerei così: come la nostra comunità, come l’uomo e la donna, chiamati ad essere in Cristo mediante il battesimo, possono fare di tutta la loro vita un unico e coerente cammino spirituale, possono diventare comunità e uomini e donne mossi dallo Spirito del Signore, unificare tutte le azioni della loro vita ma come discepoli credenti del Vangelo di Gesù? don Maurizio.