Pagina Iniz. 2022 Settembre Sostare con Te

Sostare con Te

SOSTARE CON TE

U n anno fa quando sono arrivato a Cantù c’erano ancora rigidi protocolli per il covid e gli oratori erano ancora chiusi. Il tempo passa e dallo scorso mese di aprile, con la fine dello stato di emergenza, gli oratori sono aperti. In questo periodo però mi frullano in testa tante domande: che cosa dobbiamo fare? Su cosa dobbiamo puntare? Dobbiamo fare le stesse cose che facevamo prima della pandemia? Quante idee, quanti desideri, quanti sogni perché gli oratori siano ancora oggi riferimenti importanti per la gioventù. Ma poi mi rendo conto che la realtà è cambiata, anzi cambia sempre più velocemente; mi rendo conto che la maggior parte dei giovani non viene in oratorio ma rimane in piazza. Non mi scandalizzo, anzi sono consapevole che dovrei essere io a scendere in piazza e bere una birra insieme a quei giovani.

In ogni caso, non posso che ringraziare per chi in oratorio ci viene. I nostri cammini di pastorale giovanile sono frequentati da diversi ragazzi, adolescenti e giovani dei quali ho imparato a scoprire il profondo desiderio di bellezza che hanno nel cuore. Mi accorgo comunque che ci sono anche non pochi giovani e giovani adulti che ogni tanto in oratorio ci tornano, per qualche evento sportivo o perché accompagnano i figli piccoli a catechismo o all’oratorio estivo. Molti di loro sono cresciuti in oratorio, magari non vanno a messa, ma dell’oratorio hanno un bel ricordo perché lì hanno vissuto tante esperienze significative.

Insomma, nonostante il momento attuale sia complicato e incerto, gli oratori hanno ancora una carta da giocare. In oratorio ci possono entrare tutti e tutti possono e devono  essere accolti. Certo in oratorio non possiamo limitarci ad accogliere, ma dobbiamo cercare di educare alla vita e alla fede, senza imposizioni ma con gentilezza.

Il tema di quest’anno è impegnativo: “Sostare con te” nella duplice sfumatura di “sostare” e “so stare”. La questione è quanto in oratorio riusciamo a insegnare a pregare ai  nostri ragazzi. La sfida è ardua ma non impossibile. In oratorio ci sono tanti luoghi nei quali si può sostare: si inizia dal campo di calcio, poi si passa dal bar e poi si può arrivare addirittura in cappellina dove nel tabernacolo c’è l’Eucaristia. Quest’anno, per la festa dell’oratorio esprimo un sogno: che almeno chi in oratorio si impegna per educare i più piccoli possa partire sempre da lì, dalla cappellina, perché ogni nostra azione educativa fa parte di quella grande avventura, oggi urgente più che mai, di annunciare il Vangelo  di Gesù. Poi per tutto il resto faremo il possibile, ma iniziare da qui è già un primo passo. Buon anno oratoriano a tutti!

Don Paolino

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