DACCI IL NOSTROAMORE QUOTIDIANO
Sono Mattia Marelli, con mia moglie Anna e i nostri sei figli viviamo in Perù dal 1995. Siamo rientrati in Italia a fine ottobre e resteremo qui a Cantù fino alla fine di aprile, per poi ritornare in missione a Chacos in Perù. Facciamo parte dell’organizzazione Mato Grosso che da vari anni lavora in Perù, Equador, Bolivia e Brasile. Un movimento di giovani, ragazzi, famiglie che spende il tempo libero per aiutare i più poveri. Vivere in missione a fianco dei poveri, a fianco di chi ha bisogno, ci insegna a tenere aperta la porta di casa sempre, a non avere orari per ascoltare le persone, a lavorare sempre con loro. Spesso capita che alle 5.30 del mattino la gente bussi con forza alla porta per chiedere di poter lavorare qualche giorno nei nostri orti e nei lavori che abbiamo da fare. Ci si deve alzare, magari dopo una notte difficile per vari motivi, rispondere con gentilezza e spesso offrir loro la colazione perché per arrivare da noi hanno camminato un’ora o più. Vivere in mezzo ai poveri, ma soprattutto stare tra loro, insegna alla nostra famiglia che il voler bene, l’amare qualcuno, non è sempre, anzi quasi mai, naturale. Voler bene è soprattutto fatica. A me, non viene assolutamente spontaneo voler bene. Siamo egoisti, ma è importante e necessario guardarsi indietro, guardarsi attorno. Voler bene è soprattutto perdere qualcosa, perdere sicurezze per far spazio ad altro, agli altri. Voler bene è il contrario di aver ragione. Voler bene è rimboccarsi le maniche, prendere freddo, aspettare, ringraziare, chiedere scusa. Commuoversi per chi hai vicino, per chi è lontano, è voler bene. Credo che dalla commozione nasca l’amore, la carità che ci facciamo e che dovremmo farci l’un l’altro tutti i giorni.