CHIAMATI PERNOME
“Lo chiamiamo Abramo o Marco? Se è femmina Ginevra o Sara?”. Uno dei momenti più importanti per una coppia di sposi è quando bisogna decidere il nome del figlio o della figlia. Alcuni scelgono il nome dei nonni, altri quello di un personaggio famoso e, altri ancora, semplicemente scelgono quello che piace a entrambi. Ciò che è in gioco è l’identità stessa del bimbo. Il nome, infatti, è qualche cosa di più della sola modalità per identificare qualcuno. Il nome dice qualcosa della persona, un’unicità che è sua e di nessun altro. Gli antichi lo sapevano bene: nomen omen dicevano, ossia il nome contiene già il destino. Anche i Vangeli conoscono bene l’importanza del nome. L’angelo incarica Giuseppe di dare al Bambino che nascerà da Maria il nome “Gesù”, che significa “Dio salva” (cfr. Mt 1,21). Gesù stesso cambierà il nome a Simone dicendogli: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa – che significa Pietro” (Gv 1,42). In questo caso il nome definisce anche la missione del primo degli apostoli. Anche oggi il Signore Gesù non smette di chiamare per nome. La vocazione, infatti, (vocare = chiamare) non è una chiamata generica, ma personale e unica. La tua vocazione, cioè la tua chiamata alla felicità e all’amore da parte di Dio non è gettata a caso su tutti come la pioggia, ma è per te e solo per te. La sfida sta nel riconoscere la voce del Signore Gesù che scandisce il tuo nome. Maria Maddalena si è accorta della presenza del Dio che è amore proprio perché si è sentita chiamare per nome nel giardino dove avevano sepolto Gesù. Tutta intenta a piangere ad un certo punto sente il suo nome: “Maria!” Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: “Rabbunì!” che vuol dire: “Maestro!” (Gv 20,16). Siamo chiamati da Dio per nome con un tono famigliare e affettuoso. Scoprire la propria vocazione significa mettersi in ascolto di Dio che ci chiama per nome. Vivere la propria vocazione è accorgersi che il Signore chiama tutti i giorni all’esistenza e alla vita. La parola “vocazione” che incute nei più giovani tanta paura e che per alcuni è rifiutata, perché erroneamente ritenuta sinonimo di “destino già scritto”, significa in realtà semplicemente chiamata ad amare Dio e gli altri in una modalità del tutto personale e unica per ciascuno. Siamo chiamati anche noi a vivere con Gesù e con i fratelli e le sorelle che ci sono posti affianco perché qui sta il segreto della vita veramente vissuta. La scelta definitiva di vita è semplicemente il tentativo di rispondere a tale chiamata. don Gabriele