Pagina Iniz. 2021 Gennaio TU SEI IL MIO FIGLIO, L’AMATO

TU SEI IL MIO FIGLIO, L’AMATO

TU SEI IL MIO FIGLIO, L’AMATO


dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il  figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».


Nello scarno racconto di Marco l’episodio del battesimo di Gesù è presentato nei suoi tratti essenziali. Gesù giunge da Nazareth proprio per questo, per accomunarsi a tutti gli uomini ed essere immerso (battezzato) da Giovanni nel Giordano. Ed è proprio in e per questa condivisione di umanità (sta dalla  parte dei peccatori, si mette in fila con i peccatori, dirà Matteo) che i “cieli si squarciano” per lasciar passare lo Spirito, cioè la vita di Dio, l’amore di Dio.
È il senso della Incarnazione: i cieli si aprono per l’umanità che può incontrarsi con Dio. Fa riflettere questo mescolarsi di Gesù con gli altri senza aprirsi con i gomiti una strada privilegiata o prendere le distanze dagli altri poveracci, che hanno bisogno, attraverso il battesimo, che compiono con Giovanni, di sentirsi perdonati, consolati, ripresi nella stima di Dio. Sentirsi “qualcuno” perché c’è Qualcuno che li ama e si interessa di loro, della loro piccolezza, della loro incapacità. E Gesù condivide questo bisogno, perché, solo stando effettivamente dalla parte diversa, ci si rende conto di loro e si dà loro  quell’importanza che nasce dal cuore di Dio. In Gesù infatti ci riscopriamo amati da Dio, oggetto del compiacimento di Dio. Non si tratta solo per Gesù di essere chiamato “Figlio mio amatissimo”, ma per tutti scoprire di essere in Gesù figli e figlie di un Dio che si manifesta come Padre.
don Raffaello Ciccone e Teresa Ciccolini

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