LA DIVINA MISERICORDIA FONTE DI PACE E DI SPERANZA
La ricorrenza della festività della Divina Misericordia nella domenica dopo Pasqua, è stata istituita da San Giovanni Paolo II il 30 aprile dell’anno 2000, durante la canonizzazione di Suor Faustina Kowalska. Si deve infatti a questa santa polacca la diffusione del culto e dell’immagine di Gesù misericordioso, l’introduzione di varie forme di preghiera, come la recita della coroncina della Misericordia e a lei dobbiamo l’insistenza affinché la Chiesa introducesse la Festa della Divina Misericordia. È stata una vera testimone e messaggera dell’amore misericordioso del Signore nel quale sempre più dobbiamo credere, anche in tempi così difficili come quello che stiamo vivendo. Nel vangelo di questa domenica, Gesù risorto mostra ai discepoli “le mani e il fianco” (Gv 20,20) con le ferite ancora aperte. Queste piaghe rivelano la misericordia di Dio, che “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16) . Proprio dalla ferita del costato, nella visione di Suor Faustina, escono i raggi (rosso e bianco) che simboleggiano il sangue e l’acqua che uscirono dal suo cuore trafitto e che rappresentano il sacrificio eucaristico e il battesimo. Il mondo ha bisogno di comprendere e accogliere la divina misericordia che ridona pace e speranza a chi si sente solo e abbandonato e all’intera umanità smarrita e senza approdo. È un amore che perdona e riconcilia, che salva dal naufragio del male, dell’indifferenza e della chiusura egoistica. Oggi (domenica 19 aprile) alle 18.00, durante la recita dei Vespri, ci uniremo spiritualmente e faremo l’adorazione eucaristica. Un momento per pregare con questi sentimenti. Signore, che con la tua morte e risurrezione riveli l’amore del Padre, noi crediamo in Te e con fiducia ti ripetiamo quest’oggi: Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero. A coloro che si uniranno con l’intenzione dell’animo alla preghiera della Chiesa in questa giornata sarà concessa l’Indulgenza Plenaria anche se, “per giusta causa non possono abbandonare la casa” (Decreto della Penitenzieria Apostolica del 29 giugno 2002). È importante fare una invocazione di fronte ad una pia immagine di Gesù misericordioso (per esempio “Gesù Misericordioso, confido in te”), e recitare il Padre Nostro e il Credo e avendo il proposito di ricevere, appena possibile, il sacramento della Riconciliazione e dell’Eucaristia.