FESTA DELLE GENTI, UN’UNICA GRANDE FAMIGLIA UMANA
Nella domenica di Pentecoste, la Diocesi celebra la “Festa delle genti”, che raduna i cristiani cattolici migranti sul territorio ambrosiano. Come spiega don Alberto Vitali, responsabile diocesano della Pastorale dei migranti, si tratta di un momento importante: «nel corso dell’anno, i migranti hanno diverse ricorrenze tradizionali in cui incontrarsi e fare festa per gruppi omogenei. La Festa delle genti è una delle poche occasioni in cui il filippino e il sudamericano possono incontrarsi e conoscersi».
Quest’anno, la Festa si svolgerà nella parrocchia di Santa Maria Assunta a Gallarate. «Abbiamo pensato a un luogo fuori Milano, alla luce del recente Sinodo minore “Chiesa dalle genti” – spiega don Vitali -, nel quale si è sottolineata l’importanza di sviluppare la pastorale dei migranti su tutto il territorio della Diocesi. […] Si è scelta questa parrocchia perché si trova in una zona ad alta intensità migratoria e il Decanato ha dimostrato più volte interesse al tema. Per fare solo un esempio, il 27 maggio c’è stato un convegno decanale in cui si è data voce agli stessi migranti, provenienti da tutti i continenti, i quali hanno raccontato non tanto il proprio viaggio, ma come sono stati educati alla fede nel loro Paese di origine e come stanno vivendo la loro esperienza di Chiesa qui in Italia». È questa la direzione da perseguire nella fase post sinodale, secondo Vitali: « …non siamo noi a costruire la Chiesa dalle genti, ma è lo Spirito stesso che da diversi anni la sta già costruendo. Adesso siamo nella fase attuativa, nella quale siamo chiamati a mettere in pratica le indicazioni emerse dal Sinodo e riassunte dall’Arcivescovo nel Decreto attuativo, entrato in vigore il 2 aprile scorso».
Colpisce la distanza tra iniziative come queste e l’immagine di un’Italia impaurita e ostile agli stranieri a cui ci stiamo abituando. «Il volto ostile è quello che i mass media ci presentano – precisa don Vitali -. Andando in giro e conoscendo le persone, ci rendiamo conto che la realtà è molto più complessa e che le esperienze di condivisione sono tantissime. La Festa di Pentecoste non deve essere un evento eccezionale, ma la celebrazione dell’ordinario: una quotidianità che è, già ora, quella di una Chiesa dai più volti, in cui le diversità crescono e camminano insieme. L’accoglienza è il primo passo: si parla solo di quella, ma noi in realtà siamo già oltre». È proprio nella Festa di Pentecoste, prosegue don Vitali, che si vede il germoglio del progetto di Dio: «fare dell’umanità un’unica grande famiglia. Il che non vuol dire appiattire le differenze: ognuno continua a parlare la propria lingua, ma
ciononostante tutti si capiscono». .
8 Giugno 2019